Il Concordato Preventivo Biennale 2025–2026 apre una nuova stagione nei rapporti tra contribuente e Fisco: la possibilità di definire in anticipo il carico fiscale per due anni promette vantaggi concreti, ma nasconde anche insidie. Chi può aderire? Quali sono i reali benefici? E dove si annidano i rischi?
Concordato Preventivo Biennale 2025–2026: guida all’adesione e alle novità
Il Concordato Preventivo Biennale (CPB), istituito con il Decreto Legislativo 12 febbraio 2024, n. 13, rappresenta un importante strumento fiscale volto a rafforzare il rapporto collaborativo tra contribuente e Amministrazione Finanziaria. Nella versione 2025-2026 è rivolto, in via esclusiva, ai soggetti che applicano gli Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA) e consente di concordare preventivamente, per un periodo di due anni (nel caso specifico, 2025 e 2026), i livelli di reddito imponibile e il valore della produzione netta IRAP da dichiarare.
La finalità è duplice: da un lato garantire certezza del carico fiscale futuro, e dall’altro incentivare comportamenti collaborativi e trasparenti, premiando i contribuenti più affidabili.
Come aderire al Concordato Preventivo Biennale 2025-2026
L’adesione al CPB, per il biennio 2025-2026, a differenza di quanto previsto nel primo anno di applicazione dell’istituto, è fissata al 31 luglio 2025. A dire il vero, la scadenza dovrebbe slittare al 30 settembre 2025, così come previsto da un decreto correttivo attualmente all’esame del Parlamento.
Si ricorda che, lo scorso anno, l’adesione doveva avvenire entro il 31 ottobre 2024, ovvero in concomitanza del termine di presentazione della dichiarazione dei redditi. Tale scadenza è stata poi posticipata al 12 dicembre 2024, ma solo per chi, avendo regolarmente presentato la dichiarazione entro il 31 ottobre senza aderire, aveva deciso di farlo successivamente.
Quest’anno, invece, si assiste ad uno sdoppiamento; infatti, mentre il termine per presentare la dichiarazio