Ravvedimento per omessa dichiarazione Redditi e Irap 2024: scadenza il 29 gennaio ​

Il recente D.Lgs. n. 87/24 non ha intaccato le procedure di ravvedimento per omessa dichiarazione Redditi e Irap 2024, ma ha mancato di regolamentare la dichiarazione integrativa entro 90 giorni.
Analizziamo scadenze, costi e modalità di regolarizzazione, evidenziando opportunità di risparmio sulle sanzioni.
Indicazioni pratiche per il ravvedimento operoso saranno essenziali per i contribuenti che necessitano di mettersi in regola con il fisco.

Omessa presentazione dei modelli Redditi e Irap 2024: procedure di regolarizzazione e ravvedimento operoso

Analisi delle novità sulle sanzioni tributarie

Nei mesi precedenti, abbiamo dedicato diversi contributi all’analisi delle novità in tema di sanzioni amministrative tributarie introdotte dal D.Lgs. n. 87/2024.

Esse non hanno riguardato la fattispecie della tardiva presentazione dei modelli dichiarativi (Irap e Redditi) dell’anno 2024, che pertanto non presenta novità operative rispetto agli anni scorsi. Il termine per la presentazione dei modelli Redditi24 e Irap24 è scaduto, come noto, lo scorso 31/10.

 

Omessa presentazione dichiarazione redditi 2024: i termini per ravvedere

ravvedimento omessa dichiarazione redditi irapChi non avesse fatto in tempo alla presentazione, può utilizzare la finestra dei novanta giorni concessi dall’(invariato, come detto) art. 13 comma 1 lett. c) del D.Lgs. 472/97, per regolarizzare l’infrazione, accompagnando tale operazione con il versamento (facoltativo, ma decisamente opportuno) di 25 euro, pari alla sanzione minima ridotta a 1/10, perfezionando così il ravvedimento operoso.

Il termine, dunque, scadrà il prossimo 29 gennaio.

Così come nessuna novità, ripetiamo, è intervenuta in merito dal citato Decreto Legislativo, alla stessa stregua non si è intervenuti a disciplinare (in maniera più ufficiale di quanto lo sia oggi) il caso della dichiarazione integrativa presentata negli stessi novanta giorni.

Le modifiche riguardano invece il caso della integrativa oltre i novanta giorni, che però non è oggetto del presente contributo.

 

Quali sanzioni?

La sanzione per la dichiarazione integrativa presentata nei novanta giorni rimane dunque “disciplinato” (virgolette d’obbligo, trattandosi di mere indicazioni operative di prassi) dalla circolare n. 42/2016, che, con una interpretazione corretta nella logica ma non ugualmente fondata in diritto, ha equiparato la dichiarazione integrativa nei novanta giorni alla “dichiarazione omessa dalla quale non emergono imposte da versare”, che viene punita con la nota sanzione fissa da 250 a 2.000 euro.

L’interpretazione, sebbene tecnicamente errata, è accettabile in quanto dettata dall’intento di incentivare i ravvedimenti nei novanta giorni, che in caso di applicazione della legge avrebbero scontato una sanzione più elevata di quella prevista per l’omessa dichiarazione regolarizzata nello stesso termine.

Sarebbe stato opportuno, si ripete, sfruttare il Decreto Delegato per ufficializzare tale procedura, ma così non è avvenuto.

Quando vanno pagati i 25 euro?

Tornando alla fattispecie di omessa dichiarazione 2024, in caso di ravvedimento entro il prossimo 29/1 occorrerà dunque, oltre alla detta rimozione dell’irregolarità (presentazione del modello), pagare 25 euro per la regolarizzazione della violazione (indicando il codice tributo “8911” con anno 2024), pagare le eventuali imposte a debito (senza alcuna sanzione, posto che l’infrazione che si sta ravvedendo è l’omessa dichiarazione e non l’omesso versamento, infrazione quest’ultima che potrà anche essere ravveduta più avanti oppure regolarizzata in sede di avviso bonario) con gli interessi legali, che come noto dal 2025 sono pari al 2%.

Sottolineiamo che, per perfezionare il ravvedimento, occorre che entro il prossimo 29 gennaio venga non solo presentata la dichiarazione ma anche pagati i 25 euro.

 

NdR: potrebbe interessarti anche…Il ravvedimento operoso: confronto operativo tra vecchie e nuove disposizioni

 

Danilo Sciuto

Venerdì 24 gennaio 2025