Si avvicina la famigerata data del 30 giugno e stanno per andare in scadenza le ferie non godute dell’anno 2022. Cosa avviene se un lavoratore non gode nei termini delle sue ferie maturate? Quali sono i costi per il datore di lavoro?
Come di consueto entro il prossimo 30 giugno 2024 i datori di lavoro sono tenuti a verificare il godimento delle ferie maturate nell’anno 2022 in quanto, in caso contrario, vige l’obbligo di versamento della relativa contribuzione all’INPS entro il termine del 20 agosto 2024 unitamente alle retribuzioni del mese di luglio (il mancato adempimento ha come conseguenza l’erogazione al datore di lavoro di apposita sanzione non diffidabile prevista dal D.Lgs. n. 66/2003).
Nota: si ricorda che la fruizione delle Ferie è un diritto irrinunciabile e qualsiasi patto contrario è nullo; inoltre il rispetto della norma è presupposto fondamentale per la tutela della salute del lavoratore subordinato.
La normativa in materia di ferie: obblighi del datore di lavoro
Il godimento delle ferie annuali retribuite è previsto dall’art.36 della Costituzione, comma 3, dove il Legislatore afferma che esse sono irrinunciabili e motivate dalla finalità di prevedere per il lavoratore una pausa dopo un anno di lavoro al fine di reintegrare le energie psicofisiche e consentire lo sviluppo delle relazioni personali, affettive, sociali e culturali.
Il decreto Legislativo n. 213/04 ha ribadito e riconfermato la tutela del diritto al godimento delle ferie stabilendo che il datore di lavoro deve ottemperare alla seguente disciplina:
- concedere e far godere almeno due settimane di ferie entro l’anno solare di maturazione, dunque entro il 31 dicembre 2024 (il periodo è senza soluzione di continuità e compatibilmente con le esigenze dell’attività d’impresa); le due settimane devono essere fruite consecutiv